AttualitàEmilio Del GiudiceFisica Quantistica 7 Patrick Pinna 17/11/2024
Nucleare: un’energia pericolosa tra illusioni di progresso e danni irreparabili
L’errore più grande che commette l’uomo è pensare di poter ammazzare la natura. In realtà, possiamo fare solo del male a noi stessi, mentre se entriamo in profonda risonanza con essa, forse riusciamo a salvarci. La vita è caratterizzata dalla nascita, dalla crescita e dalla morte. I singoli esponenti della vita, come esseri viventi, nascono, crescono e muoiono, ma la morte non è una tragedia. Dopo la morte, esce una nuova vita. In passato c’erano i dinosauri e noi non esistevamo; ora ci siamo noi. I dinosauri sono scomparsi e noi abbiamo preso il loro posto. Anche noi scompariremo, ma la vita continuerà con nuove specie. Sebbene alcune specie scompaiano, altre si evolvono, ed è sempre stato così in natura.
Il grande errore umano è quello di non comprendere appieno il nostro posto nella natura e nel cosmo. Spesso la nostra visione è dominata da un concetto di separazione: l’uomo è un’entità distinta e separata dal resto del mondo naturale. Questo modo di pensare ci porta a un dispendio di risorse e a una distruzione spesso ingiustificata. Ma il nostro errore fondamentale è anche quello dell’orgoglio: pensiamo di essere in grado di controllare la natura e le sue leggi, mentre in realtà non facciamo altro che agire su di essa con ignoranza e disprezzo.
La nostra interazione con la natura, infatti, è spesso mediata dalla comprensione della forza e dell’energia. L’energia è una delle forze fondamentali della fisica, che permette il movimento dei corpi. È la forza che fa muovere un corpo per una certa distanza. Quando esercitiamo una forza su un oggetto e lo spostiamo, esercitiamo un lavoro, e l’energia è ciò che ci permette di compiere questo lavoro. Tuttavia, questa è solo una parte della questione. Non è solo l’energia che determina il nostro rapporto con il mondo fisico, ma anche la nostra comprensione di come tale energia viene manipolata.
Immaginiamo, ad esempio, di voler portare una persona con noi durante una passeggiata. Possiamo farlo in due modi. Il primo è quello di prenderla per un braccio e trascinarla, applicando forza, quindi energia. Il secondo è invitarla con un sorriso e una parola gentile, chiedendole di venire con noi, senza alcun bisogno di applicare forza. La persona viene, la camminata si fa senza resistenza e senza spesa energetica. La vita stessa è governata da forze che non si riducono a mere applicazioni di energia fisica. La nostra comprensione della natura non deve limitarsi alla forza che esercitiamo sui corpi, ma deve comprendere anche l’aspetto più sottile, meno visibile, che non agisce con violenza, ma che fa fluire le cose in modo armonioso.
Nel 1900, alcuni scienziati come Max Planck, Walter Nerst e Albert Einstein cambiarono per sempre la nostra comprensione della fisica. Ma fu Nerst a fare la scoperta fondamentale che la natura non è fatta da corpi isolabili che si incontrano solo tramite forze. Contrariamente a quanto sostenuto dalla meccanica classica, Nerst dimostrò che ogni corpo è sempre in relazione con il vuoto. E il vuoto non è il nulla, ma un’entità attiva che pervade l’universo. Questo concetto di vuoto fu uno degli aspetti più innovativi della termodinamica. La scoperta di Nerst stabilì che la materia non è separata dall’energia, ma immersa in una rete di relazioni più sottili che includono il vuoto come agente fondamentale.
Il vuoto, pertanto, non è un nulla passivo, ma una sorta di “campo” che agisce sulla materia e che collega ogni cosa. Questo concetto di vuoto è stato successivamente approfondito con la teoria dei campi di gauge, che suggerisce che le forze della natura, come quelle elettromagnetiche, non sono solo una manifestazione di interazioni fisiche, ma anche il risultato di campi invisibili che attraversano tutto l’universo, influenzando la materia in modi complessi.
Un altro concetto fondamentale che ha rivoluzionato la nostra comprensione della materia è la coerenza. Immagina una folla di persone che si muovono in direzioni casuali. Questo è uno stato “non coerente”. Ora immagina una compagnia di ballo o un battaglione che marcia all’unisono. Questo è uno stato “coerente”. Quando i corpi in un sistema sono in fase, cioè si muovono insieme, l’energia che occorre per farli muovere è molto inferiore rispetto a un sistema in cui ogni corpo si muove indipendentemente. Questo è il principio della coerenza applicato alla materia: un sistema coerente è molto più efficiente di uno che non lo è.
Questa concezione potrebbe rappresentare la chiave per il futuro della tecnologia e dell’energia. Se fossimo in grado di progettare dispositivi in grado di “coerenza” la materia in modo efficace, potremmo ridurre enormemente il fabbisogno energetico per fare ciò che facciamo oggi. Un esempio della differenza tra un sistema coerente e uno non coerente potrebbe essere il caso di un peschereccio e un pesce cane. Un peschereccio, che si sposta a 10 nodi grazie a un motore potente, consuma molta energia per muoversi attraverso il mare. Il pesce cane, invece, che non ha un motore, si sposta con molta meno energia, sfruttando il vortice dell’acqua che si crea attorno a lui. La sua pelle emette piccoli campi elettromagnetici che riducono l’attrito con l’acqua, permettendogli di muoversi senza grandi sforzi. Questo esempio dimostra che la natura può fare molto di più con meno energia, e questo è un principio che possiamo cercare di imitare.
Nel contesto della produzione di energia, il nucleare è spesso visto come una delle soluzioni più potenti, ma anche più pericolose. La fissione nucleare, che avviene quando nuclei pesanti come quelli di uranio 235 o plutonio vengono divisi, sprigiona una quantità enorme di energia. Tuttavia, questa energia è difficile da controllare. La fissione nucleare è adatta agli scopi militari, dove la distruzione è l’obiettivo primario, ma presenta gravi rischi per l’umanità quando viene utilizzata in campo civile.
I principali problemi legati al nucleare civile riguardano la gestione dei rifiuti radioattivi, che rimangono pericolosi per migliaia di anni. Ad esempio, il plutonio impiega 24.000 anni a decadere. Nonostante i grandi investimenti, non esistono soluzioni sicure per lo smaltimento di questi rifiuti, che richiedono infrastrutture permanenti e costanti interventi di manutenzione. Questo rende il nucleare civile un rischio difficile da gestire. Inoltre, la produzione di energia tramite reattori nucleari è molto costosa, e l’uranio, materiale base per la fissione nucleare, è scarso e costoso.
Molti paesi, purtroppo, tendono a nascondere la dimensione militare dietro le centrali nucleari civili. Un esempio emblematico è la Francia, che utilizza il nucleare per produrre energia a basso costo, ma in realtà parte di questa energia è il sottoprodotto di impianti nucleari che potrebbero essere riconvertiti in impianti militari in caso di necessità.
Nel corso delle guerre moderne, l’uso di armi nucleari in forma ridotta, come i proiettili all’uranio impoverito, ha suscitato polemiche per gli effetti collaterali a lungo termine sulla salute. Durante la Guerra del Golfo, ad esempio, le truppe alleate furono esposte a radiazioni derivanti dall’uso di proiettili con uranio impoverito, con conseguenti malattie gravi, come il cancro e leucemie. I soldati americani, sebbene non fossero stati esposti direttamente alle esplosioni, hanno sviluppato patologie pericolose nei decenni successivi.
Un caso simile si è verificato anche in Kosovo, dove le forze alleate hanno utilizzato armi a uranio impoverito. I soldati italiani che hanno operato in quelle zone hanno riportato malformazioni e malattie mortali a causa dell’esposizione ai rifiuti radioattivi. La verità dietro queste armi, purtroppo, è spesso occultata per motivi politici e militari.
Il futuro della produzione energetica e delle tecnologie avanzate dovrà necessariamente passare attraverso una maggiore comprensione dei principi naturali e fisici che governano il nostro mondo. Solo imitando la natura, con il suo equilibrio e la sua efficienza, possiamo sperare di ridurre il nostro impatto ambientale e di trovare soluzioni più sicure e sostenibili, evitando i rischi legati a tecnologie come il nucleare.
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