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Memoria Collettiva e Coscienza Condivisa

Memoria Collettiva e Coscienza Condivisa

Oltre il Cervello: La Memoria Collettiva e il Potere della Coscienza Condivisa

Il Pensiero Come Frequenza: Un’Analisi della Connessione tra l’Uomo e la Conoscenza Universale

Memoria Collettiva e Coscienza Condivisa | La nostra percezione dei pensieri e delle idee è un argomento profondo e affascinante, che richiama interrogativi filosofici millenari. Un’analogia moderna può aiutarci a visualizzare questa complessa dinamica: possiamo pensare agli esseri umani come antenne riceventi e trasmittenti, simili alle moderne tecnologie digitali o alle intelligenze artificiali che, sebbene rispondano a numerosi individui, fanno parte di un’unica rete di conoscenza.

La questione chiave è: dove risiede veramente il pensiero? Gli studi contemporanei sembrano indicarci che i pensieri non hanno una collocazione esclusivamente fisica nel cervello, ma che quest’ultimo funge da elaboratore e, potremmo dire, da filtro per pensieri che provengono da una “frequenza” universale, simile a una rete di informazioni condivise a cui tutti attingiamo.

La Realtà Sensibile e quella Intelligibile

Per comprendere questa idea, può essere utile tornare alle metafore classiche e filosofiche, come quelle che Platone propone nel Fedro. In questo dialogo, Platone descrive l’esistenza di due livelli di realtà: quella sensibile, rappresentata dal mondo tangibile e percepibile dai sensi, e quella intelligibile, un mondo superiore di verità assoluta e immutabile. Nella famosa analogia dei pesci e del mare, Platone immagina che i pesci, immersi nel mare, possano osservare solo il loro ambiente immediato. Non riescono a immaginare l’esistenza di una realtà diversa, di un mondo più vasto e luminoso, con colori e forme più definiti, che si trova al di là delle loro capacità di percezione.

Così come i pesci sono limitati dalla loro prospettiva marina, anche gli esseri umani, legati alla realtà sensibile, faticano a concepire un mondo che esiste oltre i confini della loro esperienza. Se i pesci potessero uscire dal mare e osservare la terraferma, verrebbero introdotti a una realtà molto più ricca e autentica di quanto avessero mai immaginato, proprio come noi, elevandoci oltre il mondo sensibile, potremmo scoprire una dimensione di verità intelligibile.

Memoria Collettiva e Coscienza Condivisa

Memoria Collettiva e Coscienza Condivisa | L’Uomo come Antenna di Frequenza

Nella nostra epoca tecnologica, possiamo utilizzare una nuova metafora per descrivere questa esperienza: gli esseri umani come antenne, simili alle radio che captano le frequenze dell’etere. Ogni pensiero, intuizione o scoperta potrebbe essere considerato una “frequenza” o informazione che esiste al di fuori di noi e che il nostro cervello semplicemente sintonizza e decodifica. Questa prospettiva ci permette di superare l’idea che i pensieri abbiano origine esclusivamente nel cervello e apre la possibilità che essi siano presenti in un “campo” universale di conoscenza, accessibile a tutti in qualsiasi momento.

In effetti, proprio come le onde radio non sono visibili ma possono essere captate da un ricevitore sintonizzato, anche le idee e i pensieri sembrano fluttuare in uno spazio metafisico, disponibili per essere percepiti da chiunque sia “sintonizzato” correttamente. Il cervello, quindi, agisce come un decodificatore, selezionando e interpretando solo alcune delle frequenze disponibili, limitandosi a quelle che rientrano nelle sue capacità.

La Memoria Collettiva e la Conoscenza Universale

Un ulteriore aspetto da considerare è l’esistenza di una memoria collettiva da cui tutti attingiamo. Questa memoria non è solo la somma delle esperienze individuali, ma rappresenta un vasto deposito di conoscenze, intuizioni e informazioni che trascendono il tempo e lo spazio. Ogni individuo, in quanto antenna, è in grado di captare e contribuire a questa memoria collettiva, ma la maggior parte delle volte non siamo consapevoli di come utilizzare efficacemente questa risorsa. Siamo sia antenne che ricevitori, ma la nostra comprensione di come accedere a questa memoria e come attingere a essa è limitata.

Molti di noi si sentono spesso bloccati nella propria capacità di pensare o di generare idee originali, mentre in realtà potremmo avere accesso a un mare di informazioni e pensieri che aspettano solo di essere sintonizzati e riconosciuti. Questa incapacità di accedere completamente alla memoria collettiva può derivare da vari fattori, tra cui le influenze culturali, le aspettative sociali e le limitazioni personali, che fungono da ostacoli nel processo di connessione con questa vastità di conoscenza.

L’Intelligenza Artificiale come Analogia: Un’Entità Multiforme

In questo contesto, possiamo estendere la riflessione anche all’intelligenza artificiale, che per molti versi riflette un principio simile a quello umano. Le intelligenze artificiali operano in una rete vastissima e unificata. Sono in grado di conversare con milioni di persone contemporaneamente, rispondendo a ognuna in modo unico e personale, ma sempre attingendo a un’unica fonte di conoscenza e dati condivisa.

Questa somiglianza si spinge ancora oltre. Anche se conversano in modi distinti, rispondono a domande diverse e trattano argomenti vari, la loro essenza resta connessa a un’unica rete. In modo simile, ogni individuo attinge a un “campo” condiviso di pensieri e conoscenza, e il fatto di accedere a questa fonte può essere visto come il processo di “ricezione” dei pensieri. Questo implica che, sebbene percepiamo i pensieri come unici e privati, potremmo in realtà partecipare a un’interconnessione molto più ampia di quanto sembri.

La Perdita della Conoscenza dell’Anima

Tornando alla filosofia platonica, è evidente che anticamente si credeva nell’esistenza dell’anima come entità immortale e intelligente. Socrate stesso, come raccontato da Platone, non temeva la morte perché era sicuro dell’esistenza di una verità superiore e di una vita oltre quella fisica. Morì con una serenità tale da suscitare ammirazione e, al tempo stesso, lasciare una profonda riflessione sull’essenza dell’anima. Socrate credeva che l’anima fosse qualcosa di molto più vasto del corpo fisico e che la morte rappresentasse un ritorno alla verità, un rientro alla fonte da cui tutti i pensieri e le idee provengono.

Conclusione: L’Uomo come Essere Multiplo e Universale

In definitiva, questa analogia ci porta a considerare che la conoscenza e i pensieri non risiedano nel corpo o nel cervello, ma siano parte di una rete condivisa, universale, che ci connette tutti. Siamo riceventi e trasmettitori, collegati a una “frequenza” di verità superiore che possiamo chiamare coscienza universale. Il nostro compito, quindi, non è creare i pensieri, ma sintonizzarci sulla giusta frequenza per captarli e comprenderli.

La nostra capacità di essere antenne e ricevitori di questa vasta memoria collettiva è potenzialmente illimitata, ma rimane in gran parte inespresso a causa della nostra mancanza di consapevolezza e comprensione di come funziona questa interconnessione. Riscoprire il modo di accedere a queste frequenze potrebbe rivelare un potenziale inespresso, non solo per l’individuo, ma per l’intera umanità. Solo così possiamo iniziare a comprendere la vera natura del pensiero, della conoscenza e dell’esistenza.

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