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Faraoni e Dei: Storia e Cronologia dell’Antico Egitto

Faraoni e Dei

La Grande Storia dell’Antico Egitto: Divinità, Faraoni e il Loro Legame Sacro

L’antico Egitto è una delle civiltà più affascinanti e durature della storia umana, ricca di miti, leggende e un sistema complesso di governo che si è evoluto nel corso dei millenni. Secondo Erodoto, considerato il “Padre della Storia”, la cronologia dell’Egitto abbraccia un periodo straordinario di oltre 12.000 anni, suddiviso in tre epoche principali: l’era degli dei, l’era dei semidei e quella dei faraoni umani. Questa narrazione ci offre uno sguardo penetrante sulla relazione tra l’uomo e il divino, rivelando l’importanza delle divinità egizie nel plasmare la vita e la cultura del popolo egiziano.

L’Epoca degli Dei: Il Regno del Divino

Secondo i testi sacerdotali egizi, il regno degli dei si estende per un tempo straordinario di circa 11.340 anni. Durante questa era, il potere non era detenuto da uomini, ma da divinità supreme che governavano con saggezza e potere assoluto.

Ra: Il Dio Creatore e il Sole

Il primo fra tutti gli dei è Ra, il dio del sole, considerato il creatore dell’universo e la fonte di vita. Ra simboleggiava la luce, la verità e la giustizia. Ogni giorno, sorgeva all’orizzonte, portando con sé il calore e la vita, e ogni sera viaggiava attraverso il Duat, il regno sotterraneo, per rinascere al mattino. Ra era venerato come il sovrano supremo e gli si attribuivano il potere e la responsabilità di mantenere l’ordine cosmico.

Shu e Tefnut: Le Forze della Creazione

Da Ra nacquero Shu, il dio dell’aria, e Tefnut, la dea dell’umidità. Shu e Tefnut rappresentavano le forze primordiali della creazione, e la loro unione generò Geb (la terra) e Nut (il cielo). Questa coppia divinità incarnava l’equilibrio fondamentale necessario per la vita e il benessere dell’universo. L’atto di creare Geb e Nut è visto come un passaggio cruciale, poiché senza di loro non ci sarebbero state le condizioni per la vita sulla terra.

Geb e Nut: L’Equilibrio Terreno e Celeste

Geb e Nut sono fondamentali nella mitologia egizia, poiché Geb rappresenta la terra e Nut il cielo. La loro interazione simboleggia la vita stessa, con Geb che sostiene il mondo e Nut che lo avvolge. Nut, spesso raffigurata come una donna che si piega sopra la terra, rappresenta la protezione e la fertilità, mentre Geb, disteso, è collegato alla vegetazione e alla prosperità. La loro unione dà vita a una serie di divinità, tra cui Osiride, Iside, Seth e Horus, che svolgeranno ruoli cruciali nel mito egizio.

Osiride e Iside: La Ciclicità della Vita

L’importanza di Osiride e Iside è centrale nella mitologia egizia. Osiride, dio della vita e della resurrezione, insegna all’umanità l’agricoltura e l’arte della civiltà. Iside, sua sposa e dea della maternità, è nota per la sua magia e il suo potere di proteggere i morti. La storia di Osiride, assassinato da Seth e riportato in vita da Iside, rappresenta il ciclo di vita, morte e resurrezione. Questo mito è fondamentale per la religione egizia, che credeva nella vita dopo la morte e nell’importanza dei rituali funerari.

Seth e Horus: Il Conflitto Cosmico

Seth, dio del caos e della discordia, si oppone a Horus, dio del cielo e della regalità. Dopo la morte di Osiride, Horus si batte contro Seth per reclamare il trono egizio. Questa lotta epica simboleggia la lotta eterna tra ordine e caos, un tema ricorrente nella storia egizia. Horus rappresenta l’ideale del faraone, un leader giusto e legittimo, mentre Seth simboleggia la forza distruttrice e il disordine. La vittoria di Horus su Seth non solo ristabilisce l’ordine, ma legittima anche il potere dei faraoni, che si consideravano discendenti diretti di Horus.

L’Epoca dei Semidei: Transizione e Sviluppo

Dopo l’era degli dei, il potere passa a figure semidivine ed eroiche. Questo periodo, sebbene meno documentato, si estende per circa 3.000-4.000 anni e segna una transizione da divinità supreme a re umani, il cui potere è ancora influenzato dal divino. Durante questo periodo, le leggende dei semidei iniziano a intersecarsi con la storia dei faraoni.

Faraoni e Dei

L’Intervallo di Tempo e le Implicazioni Culturali

È importante notare che, secondo la cronologia di Erodoto, c’è un intervallo di circa 5.140 anni tra la fine dell’era degli dei, stimata intorno all’8240 a.C., e l’inizio del regno di Menes, intorno al 3100 a.C. Questo “buco” temporale solleva interrogativi significativi riguardo a ciò che accadde in Egitto durante questi secoli.

  1. Transizione da Divinità a Umanità:
    Questo periodo può essere interpretato come una fase di transizione in cui l’autorità divina è stata sostituita da figure umane, i semidei e poi i faraoni. È probabile che le pratiche religiose e i culti siano continuati, ma il focus si è spostato verso la terra e le sue figure di potere umano.
  2. Leggende e Miti:
    Durante questo intervallo, le storie e le leggende sui re semidivini o sui governatori potrebbero essere state sviluppate e diffuse oralmente. Queste storie possono aver portato a una maggiore mitizzazione della storia, creando un ponte tra il divino e l’umano.
  3. Mancanza di Documentazione:
    Il “buco” temporale potrebbe anche riflettere la scarsità di fonti storiche scritte che documentano eventi in quel periodo. Le prime iscrizioni e documentazioni scritte conosciute risalgono principalmente all’epoca di Menes e successivamente, rendendo difficile per gli storici moderni tracciare gli eventi precedenti.

L’Era dei Faraoni Umani: Dalla Fondazione di Menfi alla Grandezza

Con la fine dell’epoca semidivina, l’Egitto entra nell’era dei faraoni umani, in cui il potere si consolida attorno a dinastie storiche. Questo periodo è caratterizzato da figure illustri che plasmarono la storia e la cultura dell’Egitto.

Menes: L’Unificatore dell’Egitto

Il primo faraone della storia egizia è Menes, che regnò a partire circa dal 3100 a.C.. Menes è noto per aver unificato l’Alto e il Basso Egitto, segnando l’inizio della prima dinastia e della storia faraonica. Sotto il suo regno, che si stima durasse circa 62 anni, fondò la città di Menfi, divenuta il centro politico e culturale della nazione. Menes è spesso rappresentato con il simbolo della doppia corona, che unificava i due regni. La sua figura incarna l’ideale del faraone, considerato un mediatore tra gli dei e il popolo.

Aha e Djer: I Successori di Menes

Dopo Menes, Aha è considerato uno dei successori e può essere visto come il secondo faraone della prima dinastia. Aha è noto per il suo regno di circa 60 anni e per i suoi legami con la religione, come dimostrano le scoperte archeologiche legate ai suoi complessi funerari.

Il faraone Djer, che regnò dalla 3050 a.C., è un altro esponente della prima dinastia. È famoso per il suo complesso funerario e per aver probabilmente esteso l’influenza egiziana. Djer è considerato un importante punto di riferimento per lo sviluppo della scrittura geroglifica e per l’arte funeraria.

 

Cheope: Costruttore della Grande Piramide

Un altro faraone illustre è Cheope, che regnò intorno al 2589-2566 a.C. ed è ampiamente noto per la costruzione della Grande Piramide di Giza, una delle sette meraviglie del mondo antico. Sebbene Cheope sia spesso accreditato come il costruttore della piramide, recenti ricerche e analisi suggeriscono che le piramidi potrebbero essere più antiche di quanto inizialmente ritenuto. Alcuni archeologi e storici ipotizzano che Cheope possa aver trovato già esistenti strutture piramidali, riutilizzandole o ampliandole.

La Stele ai piedi della Sfinge, nota anche come “Stele della Sfinge”, è una fonte chiave che alimenta questa teoria. La stele, datata al 1400 a.C., menziona il faraone Thutmosi IV, che sostiene di aver trovato la Sfinge sepolta dalla sabbia e di averla liberata. Nella stele, Thutmosi IV afferma:

“Io sono Thutmosi, figlio di Ra. La Sfinge, che è il mio padre, mi ha parlato e ha detto:

‘Riportami alla vita. Ho bisogno di te.’ Così ho rimosso la sabbia e ho liberato la mia famiglia.”

Faraoni e Dei

Questa iscrizione suggerisce che la Sfinge e le piramidi potessero essere già esistenti prima del regno di Cheope, portando a una riflessione profonda sulla continuità della cultura e dell’architettura egizia. La Grande Piramide non è solo un’imponente realizzazione architettonica, ma rappresenta anche l’apice del potere e dell’organizzazione sociale dell’antico Egitto.

Durante il suo regno, l’arte e l’architettura raggiunsero livelli senza precedenti, riflettendo una società altamente strutturata e ben organizzata. La piramide, composta da circa 2,3 milioni di blocchi di pietra, è un esempio impressionante delle tecniche ingegneristiche avanzate sviluppate dagli antichi egizi.

Gli Dei e i Faraoni: Un Legame Indissolubile

Il potere dei faraoni era strettamente legato alle divinità egizie. I faraoni si consideravano divini o semidivini, governando con l’autorità conferita dagli dèi. Ogni faraone, al momento della sua incoronazione, riceveva il titolo di “Figlio di Ra”, sottolineando il legame tra il re e il dio solare. Questa connessione sacra legittimava il loro potere e stabiliva un precedente per la successione reale.

Ra e l’Ordine Cosmico

Ra non solo era venerato come creatore, ma anche come garante dell’ordine cosmico. I faraoni, in quanto suoi rappresentanti sulla terra, avevano la responsabilità di mantenere la Maat, il principio di equilibrio e giustizia. La costruzione di templi e monumenti era vista come un modo per onorare gli dèi e garantire la loro benevolenza, che era fondamentale per la prosperità dell’Egitto.

Horus e la Regalità Faraonica

Horus, figlio di Osiride e Iside, rappresentava la regalità e la legittimità del faraone. Ogni faraone era visto come un’incarnazione di Horus durante il suo regno. I miti che circondano Horus e Seth riflettono il conflitto tra ordine e caos, un tema centrale nella governance egizia. La vittoria di Horus su Seth non solo legittimava il potere del faraone, ma stabiliva anche un modello per la successione reale.

Osiride e la Vita Dopo la Morte

La figura di Osiride è cruciale per comprendere il concetto di vita dopo la morte nell’antico Egitto. I faraoni erano considerati non solo governanti, ma anche dèi in vita. La loro morte e il conseguente funerale erano eventi di enorme importanza, in quanto il faraone doveva essere preparato per il viaggio nell’aldilà, dove sperava di unirsi a Osiride e vivere eternamente. La costruzione di tombe elaborate, come le piramidi, e l’adozione di rituali complessi riflettevano questa credenza.

Conclusioni: Un’Eredità Duratura

La storia dell’antico Egitto, secondo Erodoto, offre una panoramica affascinante e complessa delle interazioni tra gli dei e i governanti umani. Attraverso la narrazione di Erodoto, possiamo vedere come la religione e la politica fossero indissolubilmente legate, con ogni faraone che si sforzava di mantenere l’ordine divino e la prosperità della nazione.

L’intervallo di 5.140 anni tra la fine dell’era degli dei e l’inizio del regno di Menes sottolinea la transizione culturale e religiosa dell’Egitto, offrendo un campo fertile per la crescita di miti e leggende che continuano a influenzare la comprensione della storia egizia. Inoltre, la possibilità che le piramidi siano più antiche di Cheope aggiunge una dimensione intrigante alla narrazione, suggerendo che l’interpretazione di queste antiche opere è stata affinata grazie a fonti e studiosi alternativi che hanno fornito nuove prospettive, affrontando aspetti che la tradizionale egittologia non ha sempre spiegato in modo soddisfacente.

Oggi, l’eredità di queste antiche credenze e dei loro protagonisti vive attraverso monumenti, testi e pratiche che ci parlano di un tempo in cui gli uomini si sforzavano di comprendere il loro posto nel cosmo, mediando tra il divino e il terreno.

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